Siamo over anta perché abbiamo attivato l’ormone della sensibilità. Sappiamo cogliere. Percepiamo.
Certo facciamo volentieri a meno di sprangate sui denti ma gradiamo deporre le armi della tensione perenne. Siamo UMANI.
PRUDENZA IN, DIFFIDENZA OUT
Negli anni abbiamo affinato la cautela, mettiamo in conto il rischio, siamo diventati avveduti, usiamo accortezze. Abbiamo cioè preso confidenza con la PRUDENZA. E va benissimo! La prudenza è precauzione e ponderatezza: un atteggiamento saggio e previdente.
Io considero infatti la prudenza un utile e ragionevole compagno di viaggio.
Altra cosa è la diffidenza ovvero il sentimento ostile e sospettoso che si nutre verso tutto e tutti. Qualcosa che assomiglia alla sfiducia, al dubbio. È il timore di trappole e tranelli, è la paura di essere continuamente nel mirino. La diffidenza è l’animo chiuso e guardingo, lo sguardo perennemente circospetto di chi immagina un mondo “cattivo”.
Siamo over anta perché abbiamo imparato il valore della prudenza. Siamo over anta perché diffidiamo invece della diffidenza.
La diffidenza è figlia di una critica feroce, preconcetta, rigida. Sintomo di ansia esasperata o di bruciante disillusione. Necessità estrema di conferme e prove di fedeltà. Un tunnel, un incubo.
Pensare ci sia sempre del torbido, stare costantemente in allerta, avere il dubbio che chiunque possa prenderci in giro o farci un tiro mancino, è una spirale… un meccanismo psicologico inconscio, chiamato proiezione, per il quale si attribuisce all’altro ciò che invece appartiene a noi.
La prudenza ci tiene più lontani possibili da brutte cose o brutte situazioni, la diffidenza ci tiene più lontani possibili dalle relazioni e dalle aperture.
E allora una è IN, l’altra è OUT.
Non sono l’ingenuità fatta persona, so bene che guardarsi le spalle è utile. Ma so altrettanto bene che bisogna vivere anche facendo spallucce a traditori e impostori, no?
Siamo over 50, 60 e oltre perché pensiamo costruttivo!