<Chi disprezza vuol comprare (o ama)> è un detto popolare secondo il quale le critiche feroci spesso celano interesse.
Qualcosa di vero c’è, almeno in qualche caso. Ma certamente non è una saggezza assoluta, capita frequentemente che nella realtà il disprezzo sia proprio unicamente disprezzo.
E non solo. Talvolta chi palesa disprezzo…rosica. Un po’ come la volpe che quando non arriva all’uva dice che è acerba.
Capita, forse a tutti. Di sminuire qualcuno, di non apprezzare a dovere una situazione, di svalutare qualcosa. A torto o a ragione, siamo negli umani confini.
Quello che è difficile da tollerare è il vizio.
Ci sono persone che hanno quasi bisogno di farlo: disprezzano per mettere in ombra, disprezzano per sentirsi migliori.
Avete presente?
Lo chiamerei lifestyle del biasimo ingiustificato. Deprecabile malcostume.
Oppure, in certe situazioni, modalità per sgomitare e conquistarsi un posto al sole.
Sì, succede quando qualcuno smonta altri per farsi largo o farsi bello, insomma.
Sotto sotto comunque, quando non è sostenuto da motivazioni ragionevoli, il disprezzo in effetti può celare un’ammirazione che purtroppo genera invidia. Chi rosica apprezza “troppo” e non lo sopporta!
Secondo me bisogna riflettere su queste derive, se pur con una buona dose di ironia e di leggerezza e senza incupirci. È utile perché ci fa capire quante siano preziose le energie e quanto sia bene non sprecarle in direzioni sbagliate, accanendosi e maltrattando cose, fatti e persone.
Il disprezzatore seriale pratica un lifestyle negativo.
Il pensiero positivo è molto più felice, costruttivo, efficace…e giusto!
Rosicare infatti non è neanche un verbo di giustizia.
Suvvia, peace and love. Che noi over 50 dotati di cuore e cervello dobbiamo goderci serenamente la vita